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Come gestire il gatto in casa durante la gravidanza e nel rapporto con il bebè?

Come gestire il gatto in casa durante la gravidanza e nel rapporto con il bebè?

A volte una famiglia non comprende solo genitori e figli ma anche i loro animali domestici. E quando arriva un neonato anche gli animali ne subiscono le conseguenze.

Spesso si associa il gatto alla toxoplasmosi, una malattia infettiva pericolosa se contratta in gravidanza, in quanto può causare aborto o lesioni celebrali nel feto.

I gatti sono, infatti, un ottimo "ospite" per il parassita T. gondii che porta la Toxoplasmosi, che viene rilasciato nel tratto digestivo dell’animale e alla fine passa attraverso le sue feci. I gatti possono eliminare continuamente cisti contenenti il parassita della toxoplasmosi da 3 giorni dopo l'esposizione fino a 14 giorni. Le cisti possono sopravvivere per oltre un anno.

Ecco perché spesso durante i 9 mesi di gravidanza il gatto viene messo alla porta.

Ma è veramente necessario?

Al contrario, i gatti possono rimanere in casa durante la gravidanza, se si prendono alcune semplici precauzioni per ridurre il rischio di esposizione alla toxoplasmosi.

In primo luogo, poiché la toxoplasmosi è una malattia trasmissibile dal gatto attraverso le feci o toccando il terreno dove i gatti hanno soggiornato, per evitare di contrarla è necessario effettuare un esame delle feci del gatto così che il parassita possa essere eliminato attraverso una terapia.

In secondo luogo, la toxoplasmosi si può prevenire usando i guanti per pulire la lettiera del gatto e lavandosi accuratamente le mani. Sarebbe meglio in gravidanza lasciare che qualcun altro si occupi di questa operazione e assicurarsi che la lettiera sia cambiata spesso. Meglio tenere sempre le sabbiere coperte.

In terzo luogo, indossare sempre i guanti anche durante il giardinaggio: le feci contaminate di un gatto possono aver esposto la toxoplasmosi nel terreno. Lavarsi quindi le mani con acqua e sapone dopo aver lavorato in giardino.

Infine, nutrire il gatto con cibi secchi o in scatola acquistati in negozio invece di carne o pesce crudi ed evitare di far uscire il gatto in strada.

Come si riesce a convivere e conciliare la gravidanza e il post gravidanza con un gatto in casa?

In un interessante articolo pubblicato tempo fa su Ansa Lifestyle, il medico veterinario Sabrina Giussani, esperta in comportamento animale, chiarisce alcuni aspetti del rapporto tra gatto, donna incinta e bebè.

Secondo l’esperta, fin dall’inizio della gravidanza si può comunicare al gatto l’imminente arrivo del neonato: la donna, massaggiandosi la pancia, trasmetterà al piccolo felino la gioia provata. Sembra infatti che i gatti percepiscano facilmente la comunicazione emozionale.

Durante la gravidanza, il gatto avverte che qualcosa sta cambiando nella padrona di casa, in quanto l’animale percepisce nella donna il cambiamento dell’odore legato agli ormoni.

Non solo ma il gatto è in grado di percepire i movimenti del feto se si acciambella sulla pancia della futura mamma. Ecco perché dare fin da subito un nome al nascituro da associare ad emozioni positive aiuterà il gatto ad abituarsi più facilmente al nuovo arrivo.

Inoltre, il neonato avrà con sé l’odore e i feromoni della mamma, che il gatto riconoscerà come una “possibile parte” della famiglia. E’ dunque importante lasciare che il gatto si avvicini al bambino e lo annusi spontaneamente, senza forzarne l’interazione e il contatto.

Per favorire la conoscenza tra gatto e bebè, sarà poi essenziale lasciare all’animale i “propri” tempi. Alcuni saranno più timidi mentre altri più intraprendenti.

La dott.ssa Giussani consiglia di concedere al gatto di entrare nella camera, nella culla e salire sul passeggino e sul fasciatoio nelle settimane che precedono il parto, in modo che l’animale impari a conoscere i nuovi oggetti prima dell’arrivo del bebè e che l’interesse per questi scemi velocemente.

Per evitare che il gatto occupi la culla del bebè, meglio preparare e allestire molte cuccette e luoghi di riposo a disposizione del felino.

Infine, la visita di un esperto di comportamento animale permette la realizzazione di una valutazione del rischio di comparsa di un comportamento aggressivo nell’animale. Per questo è bene sorvegliare sempre l’interazione tra gatto e bambino, evitando che rimangano soli in assenza di un adulto.

Fonti:
  • https://www.izsvenezie.it/toxoplasmosi-gatto-rischio-gravidanza/
  • https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/pets/2018/09/26/bebe-in-arrivo-quando-a-casa-ce-un-gatto-i-miti-da-sfatare-e-5-consigli-per-una-felice-convivenza_60bd483a-7ec0-4b78-85bd-064dd93c82a5.html
  • https://www.webmd.com/baby/pregnancy-with-cats-what-to-know
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