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Gravidanze tardive, tra opportunità e rischi

Gravidanze tardive, tra opportunità e rischi

Oggi si diventa mamme sempre più tardi e l’Istat ogni anno attesta il calo della natalità. La priorità è il raggiungimento di una stabilità economica e spesso, successivamente, avviene l’incontro con la persona giusta.

Anche se i progressi della scienza permettono di restare incinta in tarda età, la biologia mette comunque i suoi paletti: portare avanti una gravidanza dopo i 45 anni è comunque difficile, rischioso e, soprattutto, nella maggior parte dei casi, molto costoso.

Il dottor Antonino Guglielmino, ginecologo e presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU), spiega in un articolo su Sanità Informazione che “nella stragrande maggioranza dei casi, gravidanze così tardive vengono ottenute tramite ovodonazione. Ricordiamo che la Corte Costituzionale ha eliminato il divieto al ricorso alla fecondazione eterologa sancito dalla legge 40/2004 nella sua formulazione originaria, ed infatti negli ultimi sei anni abbiamo assistito ad un forte incremento delle gravidanze tramite donazione di gameti, per lo più in donne con ovociti non più competenti a causa dell’età”.

L’età che avanza, infatti, provoca nella donna la diminuzione della quantità di ovociti e l’aumento delle anomalie cromosomiche. Dopo i 45 anni si assiste ad un abbassamento netto della possibilità di iniziare e portare avanti con successo una gravidanza, sia naturalmente sia attraverso le tecniche di PMA.

L’età massima in cui è possibile donare ovociti in Italia è fissata a 35 anni. Ricordiamo inoltre che nonostante la PMA sia inserita nei LEA, i costi sono a carico delle coppie. Infatti, la SIRU riporta che il 96% di ovociti donati per la fecondazione eterologa in Italia proviene da banche estere, con i relativi costi interamente a carico delle coppie tranne che in poche virtuose Regioni come la Toscana e il Friuli Venezia Giulia, nelle quali queste procedure sono a carico del Servizio Sanitario Regionale.

La PMA è un percorso lungo e tortuoso. Sempre secondo Guglielmino, “se la coppia vi si approccia in età già avanzata deve sapere che se i risultati arriveranno, potranno arrivare anche dopo alcuni anni.”…“L’aumento di rischi ostetrici è proporzionale all’età della gestante, a parità di altre condizioni.” Ad esempio, si opterà quasi sempre per un parto con taglio cesareo che riserva meno incognite rispetto ad un parto naturale (spesso il primo) in donne così avanti con gli anni.

In conclusione, per la SIRU l’infertilità deve essere trattata come problema esclusivamente sanitario, non etico.

Fonte: Sanitainformazione.it

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