Secondo uno studio condotto dal consorzio di cliniche di fecondazione assistita Ivirma di Valencia e Tel-Aviv., i cui risultati sono stati presentati al congresso della Società Europea di Riproduzione Umana, l’Intelligenza Artificiale (AI) aiuta a riconoscere gli embrioni con anomalie cromosomiche, senza dover ricorrere a tecniche invasive come la biopsia.
I ricercatori affermano infatti che gli embrioni con un normale corredo cromosomico (euploidi) hanno maggiori possibilità di impiantarsi nell'utero e portare ad una gravidanza, a differenza di quelli con anomalie (aneuploidie) che non hanno possibilità.
Si tratta di un importante metodo nel campo della fecondazione assistita che potrebbe aumentare di ben tre volte le possibilità che la gravidanza vada a buon fine, in quanto si basa su un potente algoritmo in grado di scegliere gli embrioni con maggiori chance di successo.
La tecnologia adottata è simile a quella del video in time-lapse, che permette di avere un’immagine di ogni momento dello sviluppo dell’embrione fino allo stadio di blastocisti (quinto giorno di vita), consentendo così ad un sistema di intelligenza artificiale di visualizzare gli embrioni con anomalie rispetto a quelli che non ne hanno. L’AI consente di rilevare molte tappe dello sviluppo embrionale che l’occhio umano non è in grado di vedere. E la previsione è affidabile e oggettiva.
Il programma di Intelligenza Artificiale basa il suo riconoscimento embrionale sul fatto che gli embrioni normali iniziano lo sviluppo come blastocisti un pochino prima di quelli che presentano anomalie. Questo sistema permette quindi di quantificare il numero di cellule e il loro ciclo.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Acta Informatica Medica, ha analizzato 111 embrioni normali e 120 con anomalie cromosomiche.
FONTE: ANSA, DOTTNET