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Consumo di alcol in gravidanza: i primi risultati di uno studio condotto dall’ISS

Consumo di alcol in gravidanza: i primi risultati di uno studio condotto dall’ISS

Lo scorso maggio si è svolto il convegno “Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici (Fetal Alcohol Spectrum Disorder, FASD) e della Sindrome Feto Alcolica (Fetal Alcohol Syndrome, FAS)”. Lo riporta un comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato sul portale di Epidemiologia, Epicentro, curato dallo stesso Istituto.

L’evento organizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping ha rappresentato un importante momento di approfondimento sui temi della FAS e della FASD ancora poco conosciute in Italia, anche se le politiche sanitarie italiane hanno accresciuto nelle donne la consapevolezza sui rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza.

L’assunzione di alcol durante la gravidanza e la successiva esposizione fetale può causare molteplici disturbi perinatali, come ad esempio la nascita prematura e uno sviluppo fisico e mentale alterato nelle fasi successive della vita.

Il convegno ha fornito una panoramica sulle evidenze scientifiche disponibili in merito alle strategie di prevenzione, ai rischi legati al consumo di alcol, alla diagnosi precoce nei neonati in cui ci sia il sospetto di esposizione, per giungere a trattamenti e interventi sempre più mirati e dunque efficaci.

Sono stati inoltre presentati i primi risultati di uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità che ha evidenziato come solo una quantità minima di donne italiane (0,1%) assume alcolici in quantità rilevante durante la gravidanza e solo una piccola percentuale di neonati è esposta all'alcol prenatale.

La ricerca ha riguardato madri e neonati in tutto il territorio nazionale, misurando un metabolita (etilglucuronide) dell’alcol etilico presente nei capelli materni e nelle feci del neonato (meconio).

Fino ad oggi sono stati analizzati 781 campioni di capelli materni e 642 di meconio: solo una donna su 781 ha presentato un consumo eccessivo di etanolo cronico e quattro neonati (0,6%) sono risultati esposti prima della nascita all'etanolo.

La maggior parte delle donne coinvolte nello studio (età media 34 anni) è di origine italiana 88%) e con un’occupazione (69%). Per quanto riguarda il livello di istruzione, il 44% ha un titolo universitario e il 39% ha un livello di istruzione superiore. I quattro nati esposti non presentavano alla nascita alcun segno di evidente disabilità o malformazione.

FONTE:
Comunicato Stampa ISS - https://www.epicentro.iss.it/alcol_fetale/alcol-in-gravidanza-studio-ISS-2022

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